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Trattamento mediante fitodepurazione per l'affinamento delle acque depurate e per la salvaguardia ambientale del corpo idrico recettore

Informazioni

Dati generali

Bando

Gestione sostenibile delle acque (2005)

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Titolo

Trattamento mediante fitodepurazione per l'affinamento delle acque depurate e per la salvaguardia ambientale del corpo idrico recettore

Localizzazione
  • BULGAROGRASSO (CO)
  • FINO MORNASCO (CO)
Provincia

Como

Date

Avvio: 02/04/2007

Conclusione: 02/11/2009

Ente capofila

Consorzio Parco del Lura Largo Clerici, 1 - 22071 CADORAGO (CO) ITALIA

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Importi

Budget progetto 266.300 €

Contributo Fondazione Cariplo 130.000 €

Partner
  • Università degli Studi Milano Bicocca - DISAT
  • Politecnico di Milano - DIIAR
Altri finanziatori
  • Lariana Depur s.p.a. Università degli Studi Milano Bicocca - DISAT Politecnico di Milano - DIIAR Comune di Guanzate (CO) Comune di Bulgarograsso (CO) Consorzio Parco del Lura

Descrizione del progetto

Obiettivi

Obiettivo del progetto è il miglioramento della qualità delle acque del torrente Lura abbattendo i carichi inquinanti residui negli effluenti degli impianti di depurazione che vengono in esso sversati, attraverso uno studio sull'implementazione e la sperimentazione di un impianto di fitodepurazione.

Azioni

Azioni di progetto: - Individuare le sostanze inquinanti e pericolose da rimuovere negli effluenti che vengono immessi nel Lura. - Realizzare celle di fitodepurazione a scala di laboratorio con sperimentazione sulle sostanze pericolose. - Progettare e costruire un impianto pilota di fitodepurazione, con sperimentazione per identificare le condizioni di massima efficienza depurativa e per fornire i dati di base per la progettazione in scala reale. - Analizzare i costi e i benefici dell’introduzione di un impianto in scala reale nel territorio compreso tra i comuni di Bulgarograsso e Guanzate.

Risultati

Crescita della conoscenza sulla presenza di sostanze pericolose e sulle capacità depurative delle specie vegetali utilizzate per la fitodepurazione; definizione delle capacità operative di un impianto di fitodepurazione applicato all'affinamento di acque depurate di origine civile-industriale; individuazione di criteri idonei per la realizzazione dei bacini di fitodepurazione nella fascia pedemontana e della pianura lombarda; esperienza di gestione partecipata tra enti, realtà sociali e altri portatori di interesse; definizione di criteri innovativi e alternativi per l'abbattimento dei carichi inquinanti che favoriscano gli aspetti naturalistici, didattici e di fruizione del territorio; condivisione dei risultati con i soggetti coinvolti nella programmazione di interventi in situazioni analoghe e in particolare all'interno dei contratti di fiume Olona-Bozzente-Lura e Seveso; in prospettiva, abbattimento dei carichi inquinanti gravanti sul bacino del Lura.

Valutazione complessiva del progetto

Le ricerche condotte nell’ambito del progetto sono state ispirate dalla conoscenza della situazione del torrente Lura e del suo bacino imbrifero, che da anni risentono degli impatti di antropizzazione e industrializzazione diffuse, con conseguenze note e visibili sulla qualità dell’ambiente acquatico. Una delle principali fonti di carichi inquinanti risulta essere l’effluente degli impianti di depurazione, con particolare riferimento all’impianto Alto Lura (Bulgarograsso - CO), per via della sua posizione sul corso d’acqua: è, infatti, l’impianto ubicato più a monte e, nel quadro di generalizzata assenza portate naturali di base e, dunque, di potere diluente da parte del recettore, quello i cui effetti sono più visibili. In questo scenario è stata proposta una ricerca finalizzata a valutare l’idoneità della fitodepurazione per un affinamento spinto degli effluenti di tale impianto.

La progettazione dell’impianto di fitodepurazione, basata sui risultati dell’attività sperimentale condotta, ha indicato la fattibilità della realizzazione di un impianto di affinamento delle acque reflue depurate nei terreni a valle dell’impianto di depurazione Alto Lura a Bulgarograsso. Sulla base delle superfici disponibili, è previsto il trattamento di circa 10.500 m3/d pari al 37% della portata in tempo secco prevista per il bacino di depurazione Alto Lura oltre a quello del Torrente Livescia.

Il costo di realizzazione risulta significativo in particolare per il costo dei materiali di impermeabilizzazione e di riempimento; i costi di gestione sono piuttosto contenuti. La valutazione economica indica che rispetto ad un impianto di affinamento alternativo come la filtrazione a carbone, la fitodepurazione risulta non conveniente.
Per migliorare la convenienza della fitodepurazione, risulta opportuno individuare e verificare sperimentalmente materiali alternativi per il riempimento dei bacini, che presentino costi inferiori e caratteristiche in grado di migliorare l’efficacia dei processi fitodepurativi.

Uno degli obiettivi della ricerca era quello di fornire elementi per la progettazione di un impianto in scala reale, destinato all’affinamento dei reflui dell’impianto di Bulgarograsso.
A tal fine, uno degli aspetti da considerare era l’impatto sull’ambiente di un impianto di questo tipo, in base alle caratteristiche specifiche dell’area interessata e alle fonti di pressione attualmente esistenti

E' stato realizato un impianto pilota che per due anni ha funzionato, la vegetazione è cresciuta notevolmente, ricoprendo quasi completamente la superficie delle vasche. Tale crescita, tuttavia, non è stata uniforme nel tempo e nello spazio, risultando significativamente differente in relazione a tutti i fattori utilizzati nell’analisi multivariata della varianza (MANOVA). Particolarmente variabile è risultata l’entità dell’espansione orizzontale (misurata come aumento del numero di culmi). Essa è maggiore nella VASCA 2 rispetto alla VASCA 1, per cui si può supporre che la granulometria minore della ghiaia possa
favorire la crescita dei nuovi getti, e in generale presenta un gradiente decrescente dall’inizio alla fine delle vasche. Tale andamento potrebbe essere legato a un gradiente di concentrazione dei nutrienti nell’acqua tra l’inizio e la fine delle vasche (Founder & Xanthoulis 2007); il riconoscimento di questo pattern di crescita ha come utilità gestionale la consapevolezza che è necessario mettere a dimora un maggior numero di piante nelle zone terminali di un impianto per ottenere una copertura omogenea, soprattutto in impianti di dimensioni maggiori. Esiste poi una variabilità legata ai singoli gruppi di piante sulla quale risulta difficile agire da un punto di vista gestionale. Sebbene i risultati della MANOVA indichino l’esistenza di differenze significative nel numero di culmi e nell’altezza, tra piante di Cannuccia di Palude cresciute in presenza di diverse quantità di Lisca Maggiore, tali differenze non hanno un andamento facilmente interpretabile. Le azioni volte a stimolare la crescita della vegetazione si sono dimostrate efficaci grazie all’elevata capacità di rigenerazione della Cannuccia di Palude. Tuttavia, va rilevato che la completa copertura delle due vasche si è verificata solo nel periodo estivo del 2009 e che,
pertanto, i risultati ottenuti in termini di depurazione vanno considerati come relativi alla fase di avviamento e legati, per lo più, all’effetto filtrante della matrice ghiaiosa. A conferma di ciò, le analisi relative all’ossigeno disciolto, che dovrebbe essere liberato dalle radici alla rizosfera, è risultato assente per l’intero periodo sperimentale. Tali considerazioni portano a concludere che, nei nostri climi, l’attecchimento delle macrofite e la colonizzazione avvengono lentamente e che, pertanto, per ridurre i tempi morti, è necessario mettere a dimora un numero di piante maggiore a quello inizialmente previsto per l’impianto dimostrativo (circa 2 rizomi/m2). Pertanto, nonostante sia stato possibile individuare, in base alle fasi di sviluppo delle piante, quattro distinti periodi di funzionamento dell’impianto, si è osservato un rendimento di rimozione degli inquinanti sostanzialmente analogo per l’intero periodo sperimentale, legato soprattutto all’effetto filtrante della matrice, della torba e degli apparati radicali, con un contributo delle piante pressoché trascurabile. Fa eccezione il periodo iniziale relativo al primo mese, in cui la presenza delle piante e degli apparati radicali era estremamente limitata. Si rimanda al report finale del progetto dove sono specificati i rendimenti percentuali medi di rimozione dei principali macroinquinanti (COD, Solidi Sospesi Totali e azoto totale, tensioattivi anionici e non ionici, rame, piombo e zinco)

60% EFFICACIA
degli
interventi

Output

Depurazione delle acque
  • Numero di impianti di fitodepurazione realizzati 1

Mappa degli interventi

Livelli in mappa















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